Il pretesto è sempre quello della sicurezza.
Riuscire ad individuare meglio l'identità di una persona previene truffe ed errori e consente una serie infinità di automazioni e migliorie dei servizi più vari.
I dati che forniamo oggi ai nostri smartphone, tablet, PC (in particolare ai loro sensori: gps, accelerometri etc.) sono montagne. Queste sommate alle attuali potenze di calcolo, e di interpretazioni, stanno portando a risultati impressionanti che superano la fantasia.
Oggi ognuno di noi può essere riconosciuto semplicemente dal modo in cui cammina, dalle sue abitudini quotidiane o dal livello di pressione e dai tempi con cui muove le dita sullo smartphone.
Certo questo ci garantisce da eventuali truffe sul nostro conto corrente ma ci espone ad un livello di intrusione nella vita privata sconcertante.
Sono sempre stato favorevole all'idea che se non c'è nulla da nascondere, in fondo, non ci debba essere neppure nulla da temere.
Ciò che inizia a spaventarmi è il potere immenso che queste informazioni possono fornire ad un governo autoritario, come già ora avviene in diverse parti del mondo.
Le democrazie in genere tutelano i loro cittadini ma sono costantemente, per loro natura, esposte al rischio ciclico di derive dell'opinione pubblica verso ideologie pericolose.
Queste oscillazioni sono parte della storia di molte nazioni, inclusa la nostra. Ribellioni e rivoluzioni popolari hanno saputo, più o meno dolorosamente riportare il sereno.
Ciò che oggi mi spaventa è l'enorme potenzialità di controllo sociale che queste nuove tecnologie consentono. Un passo senza ritorno un volta fatto nella direzione sbagliata.
Dobbiamo trovate nuovi anticorpi per prevenire questo male.
https://www.economist.com/science-and-technology/2019/05/22/online-identification-is-getting-more-and-more-intrusive
