Avvenuta secondo l'autore in tempi recenti, più o meno 3.000 anni fa.
I protagonisti dell'Iliade non prendevano decisioni individuali, erano le voci degli Dei a impartire loro ogni scelta.
L'uomo sentiva "le voci" e non aveva coscienza.
L'evoluzione del linguaggio avrebbe invece permesso nei secoli successivi una diversa interazione tra i due lobi del cervello umano e ciò avrebbe prodotto quello che noi chiamiamo coscienza.
Frutto non di un'evoluzione biologia ma culturale.
Esposta in questi termini minimi la tesi può apparire poco convincente, ma la lettura del libro e le sue molteplici argomentazioni conducono invece ad abbracciala, seppur con qualche riserva.
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