venerdì 27 maggio 2016

Darwin e gli antibiotici

La scorsa settimana L'Economist ha dedicato la copertina (e alcuni articoli) al problema dell'aumento nella resistenza agli antibiotici da parte di molti batteri.

Alcune malattie rischiano di non essere più curabili perché i micro-organismi che le generano hanno acquisto resistenza ai farmaci grazie al principio darwiniano di evoluzione della specie: ovvero il più forte sopravvive.
Le condizioni favorevoli a questa selezione innaturale sono state indotte dall'abuso di antibiotici.
Se usati troppo e male alla fine qualche batterio sopravvive.
E quello che sopravvive, e quindi si riproduce, è proprio il più adatto a resistere ai farmaci.

Oggi la notizia di un caso allarmante di una donna colpita da un super-batterio resistente a tutti i farmaci: http://www.repubblica.it/

rivoluzioni in corso

Un paio di anni fa l'immagine qui a sinistra era la copertina dell'Economist.

La notizia riportata oggi da repubblica.it era già stata ampiamente anticipata nei mesi scorsi: Foxconn ha sostituito 60.000 operai con macchine e robot.

Nel libro "Il Capitale nel xxi secolo" di T. Piketty il tema centrale è proprio la migrazione della ricchezza dal lavoro al capitale.

E' vero che nella storia si sono succedute rivoluzioni industriali e sociali di vario genere, più o meno devastanti, ma forse questa volta c'è qualcosa di diverso e più profondo.
La tecnologia moderna evolve con tempi molto più rapidi che in passato ed il fattore umano fa  sempre più fatica  ad adeguarsi.



venerdì 20 maggio 2016

velocità del web

Lo speed test di Netflix.

https://fast.com/it/

la sindrome del lampione

Una notte un poliziotto nota un tipo, probabilmente ubriaco, che cerca qualcosa sotto un lampione.
Gli si avvicina e gli chiede cosa stia cercando.
"Il mio portafoglio" risponde l'uomo barcollante.
"Ed è sicuro di averlo perso proprio qui ?"
"No, non l'ho perso qui, ma qui c'è la luce....."

Un limite palesato da alcuni studi effettuati con i bigdata è proprio simile al paradosso dell'ubriaco nella storiella.
Ovvero il bacino di raccolta dei dati talvolta potrebbe non essere così rappresentativo del campione che si intende studiare. E ciò potrebbe comportare  qualche distorsione.

In ogni passo avanti della scienza spesso si rendono necessarie delle correzioni e questa potrebbe essere una delle tante che però nulla toglie alle enormi potenzialità che i bigdata offrono.

http://www.iflscience.com/editors-blog/big-data-s-streetlight-effect-where-and-how-we-look-affects-what-we-see

mercoledì 18 maggio 2016

microscopico


Il mio nuovo DELL XPS 15 9550 ha un monitor fenomenale con una risoluzione massima di 3840x2160 !

Con certi programmi (es. browser, multimedia) l'effetto è uno spettacolo.

L'inghippo ahimè sta nel fatto che molte applicazioni non supportano questa risoluzione.
Anche impostando "testo ed App" al 250% con certi programmi è impossibile lavorare.
Con Java ad esempio è un disastro: nell'immagine il rettangolino blu al centro è l'avvio di NetBeans!!!

Cosa peggiore è che provando a lavorare con risoluzioni più basse le App tornano dimensionate in modo decente ma purtroppo testo e contorni risultano sfocati.
E ciò purtroppo vale non solo per i DELL ma in genere per tutti i PC con alte risoluzioni.

In sintesi ho speso un sacco di soldi per un ultrabook che funziona peggio (per le mie esigenze) di un laptot più scarso e che mi sarebbe costato la metà.

mercoledì 11 maggio 2016

come il Mac

Finalmente con la build di Windows 10 appena rilasciata sul canale Insider (quello più veloce) Microsoft ha introdotto lo scorrimento, tra diversi Desktop, tramite il tocco a quattro dita del touchpad. Tipo OSX.
Non è perfetto, credo che dipenda molto dal modello di laptop che si usa, ma tutto sommato funziona abbastanza bene.
Ne sentivo decisamente la mancanza.
E' una funzione che uso molto sul Mac.

martedì 3 maggio 2016

5000 a 1


La vittoria del Leicester City Football Club ad inizio campionato era quotata dagli allibratori 5000 a 1. Una favola sportiva che si avvera.

Ogni tanto l'imprevedibile accade.


Qualche appunto qui www.economist.com