lunedì 14 luglio 2008

Se gli indici dei mercati sono rivolti verso la nuova guerra

Seguendo i titoli dei mercati azionari capita a volte di incappare in misteriosi tonfi oppure in miracolose salite che all'apparenza sembrano inspiegabili.
Forti acquisti o forti vendite su questa o quell'azienda si verificano senza che ci sia sul momento un valido motivo che sembri giustificarlo.
Poi magari qualche giorno o qualche ora dopo l'evento capita di leggere che proprio quelle aziende interessate dagli anomali movimenti in borsa sono state oggetto di un qualche evento particolare: un dato finanziario inatteso, una acquisizione, un nuovo brevetto o quant'altro.


Qualcuno aveva la notizia prima che questa divenisse di dominio pubblico ed ha pensato bene di usufruirne, comprando o vendendo quel titolo.

Ora provando a forzare alcune considerazioni sul prezzo del petrolio, tendendo in conto il ragionamento fatto sopra, mi vengono da trarre due le conclusioni.
O il petrolio sta davvero finendo in modo imprevisto e quindi si specula su di una risorsa sempre più limitata (ipotesi comunque realistica) oppure qualcuno teme che una guerra all'Iran, come ultimo lascito dell'amministrazione Bush, produrrebbe una fortissima carenza di greggio sui mercati e quindi farebbe schizzare il prezzo anche sopra i 200$ a barile.

In ogni caso qualcosa che dovrebbe preoccuparci molto di più degli omicidi di Cogne, Garlasco, Erba (Lloret de Mar ce lo hanno rovinato gli spagnoli con la loro fregola di voler risolvere tutto in una settimana ) ma forse i TG non ne sono al corrente...

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